Piero Brolis
Scultore


Icaro
icaro icaro
Verkehrshaus di Lucerna
Nuova collocazione della scultura all'interno del
Padiglione dell'Aeronautica

Icaro fu donato nel 1980 dalla famiglia dell'Artista al Museo Svizzero dei Trasporti e delle Comunicazioni, per la forte sintonia del messaggio artistico e simbolico della scultura con le finalità proprie del museo.
Nella ricorrenza del 35° anniversario della scomparsa, la scultura, collocata inizialmente su un'apposita piattaforma nei pressi dell'entrata del Padiglione dell'Aeronautica, è stata disposta all'interno del padiglione come prologo del percorso storico-museale del volo umano.
Con Icaro, Brolis intese rappresentare l’innata tensione dell’uomo protesa costantemente al superamento di sé stesso.
L’opera si inserisce in un percorso artistico che vide l’Autore – terminata proprio in quegli anni la sua opera di massimo impegno, il grande fregio bronzeo della «Via Crucis» per il Tempio di Ognissanti a Bergamo - indagare intensamente temi legati al mistero della vita, alle vicissitudini dell’animo umano ed alle sue aspirazioni.
Affascinato dai nuovi orizzonti aperti con la conquista dello spazio, dedicò all’argomento diverse opere, come appunto Icaro, scolpito nel 1971 in marmo grigio di Carrara, o come i bassorilievi in bronzo Il primo nato nello spazio (1973, Museo Puskin di Mosca) e L’amore nello spazio (1977, Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo), facenti parte di una trilogia dedicata alla vita dell’uomo nello spazio, i cui primi disegni risalgono agli anni 1963-1965 con La morte nello spazio (Collezione Civica d'Arte di Pinerolo - Torino), soggetto quest’ultimo rimasto a livello di studio per la prematura scomparsa dell’Artista. Inoltre, il bronzo tutto tondo Selene (1976, Museo Italo-Americano di San Francisco), dal nome greco della dea Luna, che costituisce di per sé anche un rinnovato tributo all’universo femminile.


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